Emissioni elettromagnetiche naturali a bassissima frequenza (ELF-VLF) come potenziali precursori sismici




Queste pagine hanno lo scopo di diffondere la passione per l'ascolto della "Radio Naturale" e l'idea di poter prevedere un terremoto grazie alle onde radio.



La voce della Terra



La radio naturale, detta anche "Radio Natura", è una vasta gamma di emissioni EM a bassa frequenza legate a fenomeni naturali altamente energetici. Gran parte di questa radiazione rientra nella banda delle frequenze acustiche. Questa "voce della terra" esprime l'attività geofisica del pianeta ed è potenzialmente in grado di annunciare i fenomeni sismici.

Queste pagine sono rivolte all'attenzione di geologi e geofisici ma anche ai radioamatori e agli astrofili, perché sono certo che grazie alla loro costanza e insaziabile curiosità sarà possibile, forse ancor prima che per le vie accademiche, portare alla luce le potenzialità nascoste di quel mondo fantasma che è lo spettro radio al di sotto dei 30 kHz.

Radiogeofonia è un neologismo che ho coniato per indicare la tecnica di studio dei fenomeni sismici basata sul rilevamento di emissioni elettromagnetiche naturali a bassissima frequenza (ELF-VF-VLF) che, in base alla mia ipotesi, si manifestano sistematicamente in associazione al terremoto. L'emissione avverrebbe in due tempi: segnali ad alta frequenza (VLF-VF-ELF) precedono il sisma e segnali a bassa frequenza (ELF-ULF) si manifestano durante la scossa. Si tratta dunque di un metodo alternativo di rilevamento dell'evento sismico ma anche e soprattutto lo studio di un nuovo fenomeno precursore, con il quale sarà forse possibile azzardare ragionevoli previsioni. Altre possibili applicazioni geologiche e ingegneristiche riguardano il monitoraggio e la previsione di frane in versanti litoidi, di attività vulcaniche e di cedimenti di volte o pilastri in gallerie e costruzioni.

La radiogeofonia si basa sull'uso di un radioricevitore appositamente studiato per convertire il segnale elettromagnetico in suoni udibili, registrabili e manipolabili anche con ordinarie strumentazioni Hi-Fi. L'apparecchio è stato battezzato radiogeofono inquanto i segnali forniti sono sostanzialmente simili a quelli di un geofono, pur essendo quest'ultimo sensibile ad oscillazioni meccaniche, non elettromagnetiche. Il vantaggio del radiogeofono sul geofono, nello studio del terremoto, è proprio in questa differenza.

La Radiogeofonia e l'ipotesi radiosismica (una delle possibili spiegazioni della sorgente legata ai sismi) erano inizialmente uno studio personale su un "sospetto" comune ai radioamatori di tutto il mondo ma mai preso seriamente in considerazione dalla comunità scientifica, anche a causa (diciamolo) di antipatici dissapori tra fisici e non, sismologi e non, simpatizzanti e oppositori del metodo VAN (che non c'entra poi tanto, anche se forse il meccanismo sorgente è comune).

Presentando all'Università una relazione preliminare su questo argomento ho scoperto che infondo esisteva un interesse latente, almeno in un certo ristretto ambiente. Ne scaturì la tesi di laurea e poi, non senza problemi, anche l'argomento di studio della tesi di dottorato. Oggi forse le cose stanno cambiando e queste idee, non nuove infondo, iniziano a serpeggiare anche in quegli ambienti a cui più ufficialmente competerebbero.







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